Mancanza e Ascesa
di Andrea Musacci
«Di che è mancanza questa mancanza, / cuore, / che a un tratto ne sei pieno?» (M. Luzi)
Una sottesa, vibrante tensione percorre le tele di Matteo Venturini, i suoi soggetti solitari rimandano sempre a un’inquietudine.
Quest’apertura nasce dal riconoscimento di una mancanza, di un oltre non ancora visibile, di cui scorgiamo appena i segni. È questo il de-siderio, quell’assenza di ciò che nell’angolo più profondo dell’anima desideriamo.
Lo spirito è quindi in moto, s’invola, è già, sempre, «più in là» (E. Montale).
Questo movimento comporta inevitabilmente un bagaglio (eredità del passato), un luogo da abbandonare e dunque una soglia da attraversare. La fatica è grande, appesantisce.
Ma se in questo passaggio – che è ascesa – ci stiamo con cuore consapevole, comprendiamo come quella mancanza sia mancanza di qualcosa che, pur trascendendoci, in nuce abita già il nostro cuore.